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~ Interviste illuminanti

Cristiana Allievi

Archivi autore: Cristiana Allievi

Sean Penn: «Sono abbastanza maturo per godermi la vita»

18 sabato Gen 2025

Posted by Cristiana Allievi in Attulità, cinema, Cultura, Festival di Cannes, Personaggi

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Asphalt City, Brooklyn, cinema, Città d'asfalto, Core, El Chapo, golden retriver, interviste illuminanti, Jean Stephane Sauvaire, Milk, Mystic River, New York, Sean Penn, surf, U La Repubblica, Ucraina, Valeria Nikov, vecchiaia

VA A FARE SURF (E AL CINEMA) CON IL SUO GOLDEN RETRIEVER. HA RICOMINCIATO A LAVORARE IL LEGNO E UFFICIALIZZATO LA RELAZIONE CON UNA DONNA DI 34 ANNI PIU’ GIOVANE. SEAN PENN SI SENTE ABBASTANZA MATURO PER GODERSI LA VITA. IN ATTESA DELLA VECCHIAIA, CHE PER LUI INIZIERA’ UN GIORNO PRECISO

di Cristiana Allievi

(continua…)

Intervista integrale pubblicata su U La Repubblica – 16 Gennaio 2025

© Riproduzione riservata

Jack Huston «Non ho conosciuto mio nonno John, ma sarebbe orgoglioso di me».

13 venerdì Dic 2024

Posted by Cristiana Allievi in arte, Attulità, Cultura, Mostra d'arte cinematografica di Venezia, Personaggi

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Al Pacino, Angelica Huston, Cristiana Allievi, Garden of Eaden, House of Gucci, Il giorno dell'incontro, interviste illuminanti, Jack Huston, John Huston, Michael C. Pitt

A 42 anni, con un passato importante di attore e produttore diventa regista sulle orme del grande capostipite di una famiglia che è sinonimo di cinema. «Racconto il viaggio di redenzione di un boxer irlandese che esce dal carcere: una storia di speranza e perdono».

di Cristiana Allievi

Il regista e attore Jack Huston, 42 anni (a destra) sul set di Il giorno dell’incontro con l’attore protagonista, Michael C. Pitt (courtesy Jeong Park).

«Il Natale per noi è un grande raduno.  A volte siamo in America e andiamo a pranzo da mia zia Angelica a Three Rivers, un posto bellissimo fuori Los Angeles. Altre volte voliamo in Inghilterra, dove vive l’altra parte della mia famiglia. Appartengo a una grande tribu’ e siamo un po’ degli zingari». Jack Huston si presenta all’intervista con un look total white, è alto e ha i capelli pettinati all’indietro. Soprattutto ha uno charme particolare. Da una parte Jack discende dalla dinastia cinematografica americana Huston composta da Angelica, Danny e John, dall’altra appartiene all’aristocrazia inglese che risale al primo ministro Robert Walpole e alla famiglia di banchieri Rothschild (nelle sue vene scorre anche  un pizzico di sangue italiano, quello della nonna paterna, la modella e ballerina Enrica Soma). I suoi genitori hanno divorziato quando aveva tre anni, e questo deve aver contribuito a fargli trovare  rifugio in un altro mondo, visto che è diventato attore a sei anni recitando in Peter Pan. Cresciuto a Londra, viveva a Notting Hill quando la sua carriera di attore partiva con il piede giusto,  la serie tv HBO Boardwalk Empire prodotta da Martin Scorsese. Da lì in avanti non ha fatto che volare alto, con quello straordinario gruppo di attori brit (vedi alla voce Robert Pattinson, Andrew Garfield, Sam Clafin ed Eddie Redmayne) che l’America ha ingaggiato al volo appena si sono affacciati sulla scena. Se glielo fai notare, il suo commento è british, «in Inghilterra abbiamo ottime scuole di recitazione». Con The garden of Eden, Wild Salomè di al Pacino e House of Gucci con Ridley Scott ha dimostrato di essere un ottimo attore, e dal 12 dicembre sarà nelle sale con il debutto da regista e una storia che ha scritto, diretto e prodotto, Il giorno dell’incontro (Movies Inspired), un lavoro glam in bianco e nero. Proiettato all’ultima Mostra di Venezia, dove avrebbe meritato di finire in Concorso, è la storia di Mike Flanagan (l’ottimo Michael C. Pitt), un boxeur un tempo famoso che vive il suo primo giorno di uscita dalla prigione. Si imbarca in un viaggio di redenzione in cui incontra e scioglie tutti i nodi del suo passato, mentre si prepara a tornare sul ring rischiando la vita per le persone che ama.  

È una storia  struggente, che ha scritto di suo pugno, come è nata? «Sono stato ispirato da un documentario di Stanley Kubrick del 1951, su un combattente della Seconda guerra mondiale che vince il suo incontro al Madison Square Garden ed esce dal tunnel buio in cui si trovava. Ho pensato di sviluppare il tema in un film di narrazione perché in realtà quell’uomo,  in vita sua, aveva combattuto per tutto. Mi interessava esplorare l’idea di cosa fai quando sei conscio di avere un solo giorno che ti resta da vivere. Mickey fa introspezione e fondamentalmente inizia un viaggio di redenzione in cui alla fine ritrova le persone che ama davvero, è una storia di speranza e di perdono».

(continua…)

Intervista pubblicata su 7 Corriere della Sera

© Riproduzione riservata

L’amore per Matera del regista Atom Egoyan: «Grazie a Pasolini ho scoperto questo luogo di magia»

29 venerdì Nov 2024

Posted by Cristiana Allievi in Attulità, cinema, Cultura, Musica, Teatro

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7 Corriere della sera, Atom Egoyan, Cristiana Allievi, Il dolce Domani, incesto, interviste illuminanti, Matera, MAtera Film Festival, Pasolini, Pirandello, Salomè

L’autore de Il dolce domani e del recentissimo Seven Veils sulla figura di Salomè ha da poco guidato la giuria del cinefestival nella città dei Sassi. E si è raccontato durante una passeggiata esclusiva con 7

di Cristiana Allievi

Il regista e sceneggiatore Atom Egoyan, armeno naturalizzato canadese, 64 anni,
durante una passeggiata esclusiva con 7 Corriere della Sera fra i Sassi di Matera (foto Gor Monton).

«La musica è stata una delle mie ossessioni, in un certo senso lo è ancora. È come un calmante, quando suono amo la fisicità del gesto e il fatto di avere il controllo totale di quello che faccio. L’esito è immediato, quando il mio dito colpisce la corda, il suono è puro e diretto e per ottenerlo non devo spiegare niente a nessuno». Racconta una grande passione e allo stesso tempo, in una frase, Atom Egoyan riassume l’estrema fatica del dirigere, mentre mi mostra polpastrelli che ricordano anche la sua formazione di chitarrista classico. Le sue parole descrivono quello sforzo addizionale che occorre per far capire agli attori cos’ha nella mente e per cercare di vederlo concretizzarsi. 64 anni, il regista armeno naturalizzato canadese è stato da poco presidente di giuria della quinta edizione del Matera film Festival, dove ha ricordato Alberto Moravia e il debito che sente di avere con lui. «Quando avevo solo 28 anni e avevo girato il mio secondo film, Black Comedy, Moravia mi ha menzionato in un articolo aprendo la strada alla regia dei miei successivi quattro film nel vostro paese». L’autore di Il dolce domani (candidato all’Oscar  per la miglior regia e sceneggiatura), Exotica, Ararat e The captive-Scomparsa, si è affermato agli inizi degli anni Novanta ed è diventato un riferimento in tutto il mondo per cinema, teatro e opera. A Matera ha presentato in anteprima nazionale Seven Veils, che racchiude tutti i suoi mondi.  La protagonista Amanda Seyfried è una regista teatrale alle prese con l’allestimento di Salomé, dall’opera originale di Richard Strauss basata sul testo di Oscar Wilde. Rimontando l’opera per espresso desiderio del suo regista in un testamento, la donna si trova a rivivere un trauma familiare che credeva di aver sepolto nel passato. Durante una passeggiata esclusiva con 7 fra i Sassi di Matera, in una mattina fresca e soleggiata Egoyan si lascia andare a riflessioni su fede, sguardo maschile, padri e madri e sulla necessità di osservare le cose in un modo nuovo.

(continua…)

Intervista esclusiva per 7 Corriere della Sera

© Riproduzione riservata

Sebastian Stan, il “volto” di Trump: «È stato un debole, insegue la rivincita».

25 venerdì Ott 2024

Posted by Cristiana Allievi in arte, Attulità, cinema, Cultura, Festival di Cannes, Zurigo Film Festival

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5 Novembre, 7 Corriere della sera, A different man, Ali Abbasi, cinema, Donald Trump, elezioni, interviste illuminanti, Marvel, MElania Trump, presidente, presidente US, Presidenziali Usa, Roy Cohn, The apprentice, Usa, vita

È LUI IL GIOVANE THE DONALD IN THE APPRENTICE: IL SUO NARCISISMO È L’EFFETTO DI UN PASSATO IN CUI SI È SENTITO IMPOTENTE. PER REAGIRE SI È RIPROMESSO CHE NON SARA’ MAI PIU’ iN UNA POSIZIONE DI INFERIORITA’


di Cristiana Allievi

L’attore Sebastian Stan sul green carpet del Zurigo Film Festival, dove ha presentato The apprentice– Alle origini di Trump, il film in cui interpreta l’ex presidente Usa diretto dal regista Ali Abbasi.

Quando ha raccontato alla madre che il suo prossimo ruolo al cinema sarebbe stato quello dell’ex presidente Trump, lei era felice perché il figlio si sarebbe dovuto radere. Diversa la reazione a Hollywood: quando ha chiesto un parere a publicist e ceo, gli hanno sconsigliato di accettare quel ruolo. Essendo però il super soldato della Marvel Bucky Barnes, Sebastian Stan (un astro del cinema d’autore, lo si capirà quando vedremo in Italia A different man) non si è spaventato. Si è affidato al talentuoso regista iraniano naturalizzato danese  Ali Abbasi, e insieme hanno costruito il protagonista di The apprentice –  Alle origini di Trump. Un film la cui genesi è durata sei anni perché le istituzioni di Hollywood non volevano finanziarlo, e che dall’anteprima  mondiale a Cannes in avanti ha ricevuto minacce di denunce da parte dello stesso Trump, che pochi giorni fa lo ha dichiarato “un lavoro d’accetta politicamente disgustoso”. Abbiamo incontrato Sebastian Stan qualche giorno fa al Festival di Zurigo. È stato capace di restituirci un Trump meno conosciuto di quello che domina la comunicazione e spara sui social. Già diretto da grandi del cinema, da Ridley Scott a Steven Soderbergh, l’attore eccelle nella figura di un Trump ventenne nella Manhattan degli anni 70, che ha frequentato la scuola militare ed è determinato a uscire dall’ombra del potente e anaffettivo padre, facendosi un nome nel settore immobiliare. Ma le sue ambizioni sono superiori alle sue capacità, e gli serve l’aiuto di Roy Cohn (Jeremy Strong), un avvocato faccendiere che assomiglia a un demonio. La loro relazione è la chiave  per comprendere il Trump che cresce imparando le  regole che lo hanno reso famoso: l’inganno, l’intimidazione e la manipolazione mediatica. The apprentice è un invito a spostarci su un terreno di confronto più profondo dell’odi et amo che va per la maggiore, perché il giovane Trump, se ben compreso nelle sue dinamiche, spiega l’uomo di oggi, colui che con la sua reazione al film ha ribadito la prima lezione impartitagli da Cohn: “Negare, negare, negare”.

Lei ci restituisce un Trump che assume anfetamine, si sottopone a liposuzione e riceve un trapianto di capelli. Una  versione in un certo senso “umanizzata” è un pregio o un difetto del film?  «Ho pensato molto a questo aspetto. Credo che non ci si debba fermare alla riflessione che suscita,  cioè che gli esseri umani hanno dei difetti. Se cresci insicuro e castrato da tuo padre quello è sicuramente un difetto, e da spettatore non basta osservare “provo un po’ di empatia per lui e la cosa mi sorprende…”. Occorre chiedersi “come farà,  una persona così compromessa, a prendere in futuro decisioni che riguardano milioni di persone?”».

Per mesi  molti si sono chiesti se avreste influenzato le elezioni, con il film. «Non è mai stato quello l’intento, anche perché per anni il progetto non ha trovato finanziamenti».

Ma crede che possa spingere più persone ad andare a votare il 5 novembre? «Credo che viverlo con il proprio istinto, con le viscere, abbia un forte valore in sé. Si tratta di guardare questa persona, e le altre persone coinvolte nella storia, chiedendosi:  “Mi fido di questo individuo?”, “Di cosa è davvero capace?”».

Potremmo anche definire The apprentice come la genesi di un mostro agghiacciante? «È la quintessenza di un personaggio americano.  Se il signor Trump fosse stato un costruttore di successo in Germania, con una moglie che veniva dall’Europa dell’est, sarebbe una di quelle cinque persone che prova a mettersi in politica e forse fallisce, forse no. Ma nel darwinismo sociale americano tutto diventa un fenomeno diverso».

Non ha avuto paura delle ripercussioni del suo ruolo? «Trump si vanta di essere il leader di un mondo libero, mi chiedo se si può aver paura di un film come questo dopo che per anni ne abbiamo visti su personaggi ancora più controversi. Avere paura va contro quello che è il nostro lavoro di creativi, che è cercare di riflettere il più sinceramente possibile l’epoca in cui viviamo».

(continua…)

Intervista integrale pubblicata su 7 Corriere della Sera del 25 ottobre 2024

© Riproduzione riservata

Kate Winslet e le altre: a Zurigo il cinema è donna

10 giovedì Ott 2024

Posted by Cristiana Allievi in arte, Attulità, cinema, Zurigo Film Festival

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Alicia Wikander, donne, green carpet, Intervikste illuminanti, Kate Winslet, Lee, Pamela Anderson, The assessment, The last Showgirl, women, Zurigo Film Festival

di Cristiana Allievi

Attrici e registe internazionali caratterizzano molti dei film presentati alla rassegna nella Svizzera tedesca, inaugurata il 3 ottobre e che si chiuderà domenica. Il manifesto della ventesima edizione è firmato da Wim Wenders

C’è un’aria di festa particolare, al Zurigo Film Festival (iniziato il 3, finirà domenica 13 ottobre). Il motivo è che la rassegna di cinema più importante della Svizzera – e il secondo festival in lingua tedesca per rilevanza, dopo la Berlinale – compie vent’anni. Per questo importante compleanno la rassegna si è fatta diversi regali, a partire dalla presenza di star come Kate Winslet, Ralph Fiennes, Peter Saarsgard, Pamela Anderson, Richard Gere, Jude Law, Alicia Vikander e molti altri. Il cineasta tedesco Wim Wenders ha firmato il poster dell’edizione speciale, scegliendo il color oro per il 20 e creando un’immagine che è in vendita in città a 5000 franchi (le 50 copie firmate personalmente dal regista, mentre le 300 senza firma si portano a casa per 55 franchi). L’altra particolarità della celebrazione è stata presto chiara agli addetti ai lavori, sin dall’arrivo nel quartier generale del festival, completamente ristrutturato con un concetto modulare e materiali sostenibili: l’obiettivo del direttore artistico Christian Jungen era quello di avvicinare i cittadini di Zurigo alle star del cinema, ed è stato raggiunto grazie a un accesso senza barriere a tutti i piani del blocco centrale dell’edificio, con una nuova rampa che consente ai visitatori di raggiungere la terrazza esterna.

Il tutto si svolge accanto al lago nell’area del Bellevue e dell’Opera Haus, dove c’è anche il famoso green carpet su cui sfilano le star dei 14 film in competizione (da sommare ai 14 nella sezione documentari), per un totale di 108 film (17 anteprime mondiali), di cui 43 quest’anno sono diretti da donne. Ma al di là dei numeri, lo sguardo femminile è una chiara impronta dell’edizione, che  ha presentato storie di donne forti, realmente esistite e di fantasia.

(continua…)

Leggi l’articolo integrale su 7 Corriere della sera

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tommaso Ragno, «Sul set ho compreso la fatica di mio padre»

20 venerdì Set 2024

Posted by Cristiana Allievi in arte, Attulità, cinema, Cultura, giornalismo, Mostra d'arte cinematografica di Venezia

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7 Corriere della sera, cinema, Corriere della Sera, guerra, interviste illuminanti, Lucky Red, MAura Delpero, neve, poesia, Tommaso Ragno, Trentino, Vermiglio

IN VERMIGLIO, FILM LEONE D’ARGENTO A VENEZIA E ORA AL CINEMA, HA SEI FIGLI PER I QUALI È MENTORE E PATRIARCA. NELLA RELATA’ È UN PAPA’ A DISTANZA

di Cristiana Allievi

Intervista pubblicata su 7 Corriere della Sera del 20 Settembre 2024

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Daniel Auteuil: «Cinema, figlie e Rock’n’roll

16 lunedì Set 2024

Posted by Cristiana Allievi in arte, Attulità, Cannes, cinema, Cultura, Miti, Musica

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attore, Bim distribuzione, cantante, cinea, cinema, cinema francese, Cristiana Allievi, Daniel Auteuil, Donna Moderna, interviste illuminanti, LA misura del dubbio, regista, rock and roll

IN LA MISURA DEL DUBBIO È PROTAGONISTA, REGISTA E PER LA PRIMA VOLTA, SCENEGGIATORE. UNA SFIDA CHE HA PARECCHIO A CHE FARE DON LA SUA FAMIGLIA E CON UNA NUOVA CARRIERA NELLA MUSICA

di Cristiana Allievi

Intervista pubblicata su Donna Modera del 12 Settembre 2024

@Riproduzione Riservata

Bella Thorne: «Una pressione forte può spezzare una bambina o creare un diamante»

09 lunedì Set 2024

Posted by Cristiana Allievi in Academy Awards, arte, Attulità, Berlinale, cinema, Festival di Berlino

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7 Corriere della sera, Bella Thorne, Cristiana Allievi, Disney, interviste illuminanti, Saint Claire, Shake it up, Taormina film festival, The life of wannabe mogul, Unsettled

di Cristiana Allievi

Intervista pubblicata su 7 Corriere della Sera

@Riproduzione Riservata

Kristen Stewart, «Quella sirena che urla dentro di me a squarciagola»

03 martedì Set 2024

Posted by Cristiana Allievi in cinema, Cultura, Festival di Berlino, giornalismo, Personaggi

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7 Corriere della sera, Attrici, cinema, Corriere della Sera, Cristiana Allievi, interviste illuminanti, Kristen Stewart, Love Lies Bleeding, Pablo LArrain, Sils Maria, Spencer, The Chronology of the water, Twilight

di Cristiana Allievi

Articolo integrale pubblicato su 7 Corriere della Sera

@Riproduzione Riservata

Kevin Costner, «Le radici violente della mia America»

06 martedì Ago 2024

Posted by Cristiana Allievi in Academy Awards, Attulità, Cannes, cinema, giornalismo, Mostra d'arte cinematografica di Venezia, Senza categoria

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7 Corriere della sera, anteprima mondiale, conquista, donne, Horizon, Horizon 2, interviste illuminanti, Kevin Costner, Mostra di Venezia, Usa, west, western

di Cristiana Allievi

L’attore, regista e produttore Kevin Costner sulla copertina di 7 Corriere della Sera del 2 Agosto 2024

Articolo integrale pubblicato su 7 Corriere

@Riproduzione Riservata

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