• Info

Cristiana Allievi

~ Interviste illuminanti

Cristiana Allievi

Archivi Mensili: novembre 2015

Terra e libertà: non toglietele a Benicio del Toro

19 giovedì Nov 2015

Posted by cristianaallievi in cinema, Festival di Cannes

≈ Lascia un commento

Tag

21 grammi, Benicio Del Toro, Delilah, Escobar, Gustavo Adolfo Del Toro, I soliti sospetti, Il piccolo principe, Kimberly Stewart, Le belve, Papillon, Rod Stewart, Scarlett Johansson, Sicario

LEGAMI SENTIMENTALI MAI. RUOLI COMPLICATI SEMPRE, PER RACCONTARE TUTTA L’EMOTIVITA’ DELLA SUA AMERICA LATINA.

Benicio-del-Toro-benicio-del-toro-1704535-1024-768.jpg

L’attore portoricano Benicio del Toro, 48 anni, premio Oscar per Traffic.

«Ne parlavo pochi giorni fa con un vecchio compagno di scuola. Chi lo avrebbe detto, 30 anni fa, che sarei andato a Disneyland con Delilah, 4 anni, e il nonno Rod? Sono quelle cose che nemmeno un veggente può prevedere». Sorride, dall’alto dei suoi centonovanta centimetri di altezza, al ricordo di quando, saputo che aspettava un figlio da Kimberly, è andato a chiedere consigli sulla paternità al suocero. La rockstar Rod Stewart che, a 70 anni e con otto figli, sa di cosa si parla. Me lo racconta con quella faccia a cui è sempre stato difficile dare un’età. A 20 anni sembrava già un cinquantenne, Benicio del Toro. Un po’ per quei cerchi intorno agli occhi con cui ha imparato a fare i conti dai tempi delle medie, rispondendo che no, lui non si drogava, a chi lo insinuava. Poi ci sono le forti oscillazioni di peso, di umore e le sfumature del colore dei capelli, a confondere. I ruoli cinematografici, così drammatici, hanno fatto il resto, contribuendo a renderlo un fascinoso miscuglio di mistero e oscurità. Arriva nel bar dell’hotel della Costa Azzurra in cui abbiamo appuntamento e mi colpisce quando sia sottile, in abito nero. Dall’ultima volta che l’ho incontrato, tre anni fa, ha perso dieci chili. C’è molto caos intorno a noi, gli basta posare lo sguardo intorno, senza aprir bocca, perché il volume generale si abbassi. Chi lo conosce bene dice che fuma e beve parecchio. Durante la nostra chiacchierata non tocca sigarette e beve solo un Espresso. Con quella voce roca con cui ha sedotto una sfilza di donne- tra cui la nostra Valeria Golino, con cui ha all’attivo la relazione più lunga della sua vita- e che deve aver inebriato Scarlett Johansson per farla cedere alle avances hot nell’ascensore dello Chateau Marmont, mi racconta la più clamorosa rivoluzione degli ultimi tempi. «Diventare padre di Delilah mi ha fatto sentire il desiderio di passare più inosservato, e di poter osservare di più. Lei non è né sua madre né me, è altro. Ho capito che quello che devo fare, come padre, non è adeguarla ai nostri modelli, ma crearle uno spazio intorno in cui possa muoversi. Io sono stato costretto a essere qualcosa, ma almeno ho scoperto di poter lasciare la libertà a lei». Per non perdersi il parto, il Marlon Brando dei giorni nostri, come lo definiscono in molti -ma Sean Penn preferisce menzionarlo come “il nuovo Al Pacino” – ha smesso un giorno di sparare sul set di Le belve di Oliver Stone, uno dei tanti film ad alto tasso di violenza in cui compare il suo nome. «Oggi mi piace pensare di fare film che posso vedere anche con mia figlia, per questo ho appena prestato la voce a Il piccolo principe di Mark Osbourne, ma per Delilah è un film ancora pesante: per ora guardiamo insieme Il Sottomarino giallo, e non ha idea di quanto mi piaccia». Delilah è nata da una notte di passione, e i due genitori si sono affrettati a dichiarare che non avrebbero messo su famiglia. Se si va a guardare tra le pieghe della vita della star portoricana di 21 Grammi e I soliti sospetti, l’incapacità di reggere legami stabili sembra congenita. A minare la sua sicurezza sentimentale dev’essere stata la perdita della madre, l’avvocato Fausta Sanchez Rivera, mancata quando Benicio aveva nove anni. Era lei che lo aveva portato a vedere il primo film, Papillon, che lo ha colpito molto.

b105b46c8ee58b21df772d4b8f2cfc5f.jpg

Del Toro e Brad Pitt ai tempi di Snatch, girato nel 2000 (courtesy of Pinterest.com).(continua…)

Storia di copertina di Icon n. 24, n. Novembre e dicembre 2015

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«I cattivi sono sexy, ma non ditelo a me», parola di Garrett Hedlund

07 sabato Nov 2015

Posted by cristianaallievi in Senza categoria

≈ Lascia un commento

HOLLYWOOD PARLA DI LUI COME DEL PROSSIMO BRAD PITT. HA UNA FIDANZATA FAMOSA E VOGLIA DI STUPIRE. AL CINEMA GARRETT HEDLUND ADESSO DIVENTA IL CAPITAN UNCINO PIU’ SENSUALE DI SEMPRE. MA GUAI A DIRGLIELO: PERCHE’ SE C’E’ UNA COSA CHE DETESTA E’ ESSERE CONDANNATO A FARE IL BELLO

garrett-hedlund1

Garrett Hedlund ha 31 anni, è nato nel Minnesota e ha un padre svedese. Oggi vive in California.

Si accorge che sono arrivata nella suite dell’appuntamento, nel cuore di Londra, con quell’attimo di ritardo che mi permette di osservarlo mentre gira per la stanza con le mani in tasca. Appena mi vede sfodera un sorriso, ma la sensazione è che sia imbarazzato. Essere cresciuto in una fattoria del Minnesota evidentemente prevale ancora. Non contano i provini fatti volando a Los Angeles ai tempi del liceo, l’essere stato il fratello giovane di Brad Pitt in Troy e aver girato una decina di film, da lì in avanti, che lo hanno consacrato il biondo della prossima decade, dopo Robert Redford e Pitt stesso. Garrett Hedlund, un ragazzo gentile, con solidi valori familiari e un attaccamento fortissimo alle proprie radici, è ancora di una timidezza disarmante. Ma quando questo apre bocca, le cose cambiano: la sua voce profonda e potente prende il sopravvento, e lo sostiene. Se penso che fa coppia da tre anni con la collega Kirsten Dunst, conosciuta sul set di On the road, e che non ricordo di aver incontrato persone più riservate di loro, deduco che la conversazione non sarà facile. Ma ho la fortuna di averlo appena visto in Pan-Viaggio sull’isola che non c’è, il prequel di Peter Pan firmato da Joe Wright, nelle sale dal 12 novembre, un film che trasporta nel mondo e nella fantasia dei bambini dell’isola che non c’è.

In Pan lei è James Hook, ovvero Capitan Uncino con il braccio ancora intatto. Cosa le è piaciuto di questo personaggio? «Quando ho incontrato il regista gli ho chiesto cosa vedeva in me di questo personaggio. Mi ha risposto che non aveva mai immaginato che Hook potesse essere una specie di John Ford, felice di arrivare sul suo cavallo, ma io ho cambiato le cose! Dopo così tanti ruoli seri e argomenti scuri avevo bisogno di tornare alla leggerezza, mi sono divertito moltissimo».

Le ha ricordato la sua infanzia? «C’erano così tanti bambini sul set, che solo a guardarli mi veniva da sorridere. Mi sono rivisto in varie situazioni, soprattutto mi sono ricordato di quando giocavo a indiani e cowboys nei boschi…».

Nel film lei dice “mentire è crescere”, rivolto al bambino che in seguito conosceremo come Peter Pan. Condivide? «È una frase divertente, ma nella vita reale non vale sempre, dipende da chi sei. Naturalmente i bambini sono onesti, ma direi che no, non condivido l’idea».

Ha lavorato con lo straordinario Levi Miller, un undicenne molto dotato. Si è sentito più un amico o un padre, per lui? «Levi è come un fratello più piccolo. Quando ha fatto il provino per avere la parte di Pan, lo scorso febbraio, abbiamo letto insieme un punto molto emozionante del copione: aveva le lacrime che gli rigavano le guance. Tutti intorno a noi hanno iniziato a piangere, abbiamo capito che avrebbero scelto lui… Con quegli occhi blu e i capelli biondi mi ha ricordato molto me stesso.

In che cosa si è rivisto? «All’inizio della carriera mi è capitato spesso di essere il più piccolo su un set. Guardavo molto i più grandi cercando di imparare, e Levi mi ha dato finalmente l’opportunità di restituire l’esperienza che ho accumulato in questi anni, cosa che non capita spesso».

Nel prossimo film la dirigerà il premio Oscar Ang Lee. «È una parte meravigliosa, la girerò con Kirsten Stewart, Vin Diesel e Steve Martin. La storia è quella dell’incredibile libro di Ben Fountain, È il tuo giorno, Billy Lynn! Non ho mai letto niente di così capace di catturare la mia attenzione, lo trovo rivoluzionario quanto lo è stato On the road.

Hedlund con la fidanzata e collega  Kirsten Dunst, con cui ha una relazione da più di tre anni (courtesy of Pinterest.com)

Hedlund con la fidanzata e collega Kirsten Dunst, con cui ha una relazione da più di tre anni (courtesy of Pinterest.com)

Quale sarà il suo ruolo? «Sarò il sergente di un team, Bravo, che compie una missione in Iraq. Io e i miei sopravviviamo a una feroce battaglia, e quando torniamo in Usa veniamo trattati come eroi di guerra, ma si tratta di un tour mascherato da premio, e torneremo presto in guerra con un grande senso di amarezza per l’ipocrisia del nostro paese».

Lei sembra timido, è difficile fare un mestiere che non da tregua a livello pubblico? «Se diventassi famoso al punto da essere inseguito dai paparazzi mi scaverei un buco nella terra e mi nasconderei lì».

Concedere interviste, invece, le viene facile? «Sono sempre stato l’ascoltatore, l’osservatore, non colui che agisce, forse perché non mi reputo per niente bravo nell’esprimermi. Però, paradossalmente sono uno che sa mollare le cose conosciute e sicure, per buttarsi nel tornado e vedere se alla fine se ne esce vivi… Mi intervisti? Mi butto, ti rispondo…».

Sta dicendo anche che fa cose pericolose? «Molto più di quello che il mio manager e il mio agente approvano! Ti ripetono tutto il tempo “stai attento, hai una carriera…”, ma intanto tu sei ancora quel ragazzino in cerca di avventure che si ritrova a Salt Like City alle due di notte a dormire in macchina».

In macchina evidentemente si sente al sicuro. Una delle sue battute, in Pan, è “la tua casa è dove la fai tu”. Lei dove si sente nel suo nido? «(grande sospiro, ndr) In questo momento direi che ne ho avute tante, di case… Da bambino mi sono spostato da una fattoria all’altra, poi mi sono trasferito in Arizona. Oggi vivo a Los Angeles da 13 anni, e posso dirle che è così, la mia casa è dove la metto su io».

 La vede piena di bambini? «Certo che li voglio, ma non adesso. Desidero molto avere vicino un piccolo amico, o una piccola principessa, ma non in questo momento. Quando avevo 11 anni io era una situazione diversa, stavo in una fattoria con le mucche e nessun bambino, in una simile condizione, avrebbe sognato di diventare attore…».

E come si è sentito quando l’hanno presa per Troy, il suo primo film? «È stata la prima cosa incredibile che mi sia mai successa nella vita. Ma a distanza di anni, lavorare con Hugh Jackman, Rooney Mara e uno dei migliori registi sulla piazza, Joe Wright, ha ancora dell’incredibile per me».

 

Forse perché dal Minnesota ai registi più importanti del mondo, tutto sommato la strada è stata breve per lei. «Quando vivevo con mio padre nella nostra fattoria, a 30 miglia dalla città più vicina, ho messo subito in chiaro che avrei lavorato sodo per la mia vita, non avrei avuto tempo libero e sarei stato molto orgoglioso dei risultati ottenuti. A 18 anni ho scelto di inseguire un sogno e mi sono trasferito a Los Angeles da solo, non avevo un manager o un agente ma sapevo che un giorno li avrei avuti».

Lei appartiene a una nuova generazione di attori protagonisti a Hollywood. Ha paura che la trasformino in un clichè? «Penso solo ad avere ruoli interessanti, che non sono stati ancora fatti, o almeno così li vedo nella mia testa. Mentre nella vita di tutti i giorni amo ridere, i buoni amici, non cerco cose strane».

 Però sul lavoro dicono che sia uno tenace. «Faccio un mestiere duro, in cui si sta sul set tutto il giorno, e la concentrazione è altissima, quindi ho imparato ad esserlo».

La cosa peggiore che si è sentito dire? «”Sei troppo bello per certi ruoli”, una frase che mi ha motivato ad andare più in profondità».

Lei non si sbilancia mai sulla vita sentimentale, mentre la sua fidanzata lascia intuire tra le righe che entrambi siete fatti per la famiglia. «Famiglia, figli e una moglie amorevole sono sempre stati un obbiettivo più grande, nella mia educazione, del correre dietro a storie fuggevoli. Sono argomenti delicati, sappiamo che si può essere molto felici e molto tristi in entrambe le situazioni, ma è vero, sono sempre stato più un uomo da famiglia che il tipo a caccia di avventure».

È il maschio che corteggia? «Assolutamente sì, mai fare il primo passo con me».

 Per concludere, quali parti di se stesso sente più cresciute, e quali ancora adolescenti? «Vengo da una famiglia in cui c’è molto senso dell’umorismo, e il mio lavoro ha molto a che fare col restare un bambino, dentro. Direi che il senso dell’umorismo è una parte ancora infantile, mentre le mie ambizioni sono piuttosto cresciute. Dimenticavo, anche la mia voce è molto adulta. O no?».

Articolo uscito si Grazia l’11/11/2015

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Iscriviti

  • Articoli (RSS)
  • Commenti (RSS)

Archivi

  • marzo 2023
  • febbraio 2023
  • dicembre 2022
  • novembre 2022
  • ottobre 2022
  • settembre 2022
  • luglio 2022
  • giugno 2022
  • Maggio 2022
  • aprile 2022
  • marzo 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • dicembre 2021
  • novembre 2021
  • ottobre 2021
  • giugno 2021
  • Maggio 2021
  • aprile 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • ottobre 2020
  • settembre 2020
  • agosto 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • Maggio 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • novembre 2019
  • settembre 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Maggio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • agosto 2017
  • luglio 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • giugno 2015
  • Maggio 2015
  • aprile 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014

Categorie

  • Academy Awards
  • arte
  • Attulità
  • Berlinale
  • Cannes
  • cinema
  • Cultura
  • danza
  • Emmy Awards
  • Festival di Berlino
  • Festival di Cannes
  • Festival di Sanremo
  • Festival di Taormina
  • giornalismo
  • Golden Globes
  • Letteratura
  • Lusso
  • Miti
  • Moda & cinema
  • Mostra d'arte cinematografica di Venezia
  • Musica
  • Netflix
  • Oscar
  • Oscar 2018
  • Personaggi
  • pittura
  • Politica
  • Quella volta che
  • Riflessione del momento
  • Senza categoria
  • Serie tv
  • Sky
  • Sport
  • Sundance
  • Teatro
  • Televisione
  • Torino Film Festival
  • Zurigo Film Festival

Meta

  • Registrati
  • Accedi

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Cristiana Allievi
    • Segui assieme ad altri 87 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Cristiana Allievi
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...