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~ Interviste illuminanti

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SANREMO 2019- I miei voti alla seconda serata

07 giovedì Feb 2019

Posted by cristianaallievi in Festival di Sanremo, Musica, Personaggi, Politica

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Tag

Claudio Baglioni, Festival della canzone italiana, Italia, Musica, Rai 1

sanremo-ipa.jpg
Claudio Baglioni. Un artista di serie A che sembra il fantasma del conduttore dell’anno scorso. Fatto che dimostra una volta in più che un artista deve stare lontano dai giochi politici, possibilmente anche dall’Auditel, altrimenti la paga carissima. Baglioni ci è cascato in pieno, il perché (i perché) sono fatto che si vedrà con se stesso. Voto 6
Achille Lauro. Anche concentrandomi per cercare un motivo che giustifichi il nome che usa,  non l’ho trovato. Il suo pezzo musicalmente non mi dice niente, anzi, mi parla di una persona che non sa dove mettersi, non abbastanza convinta nemmeno di quello che canta. Se poi guardo com’è vestito (e non dovrei farlo, non c’entra), penso anche peggio. Voto 5
Einar. Ha una bella faccia, è giovane. Ma non c’è molto altro in quello che canta. Sembra educato, però, e non è poco. Voto 5.
Il Volo. Cantano bene, per carità. Li ho volutamente ascoltati dall’altra stanza, per non vederli, e la loro voce è attraente. Però mi sembrano studiati e un po’ finti.  Voto 5/6. 
Arisa. È cresciuta, è molto più sicura di sé e si sente da come canta. Perfettamente. Ha preso un bel rischio, con un pezzo complicato che sembra un musical in cui di orecchiabile c’è solo una piccola parte. Diciamo che il suo è un pezzo al limite, ma almeno è originale. Voto 6.
Mannoia-Baglioni. Belli in tutti i sensi. Professionisti a tutto spiano, senza se e senza ma.  Funzionano e basta, e si tira il fiato. Voto 8
Nek. È molto sicuro di sè e sa come si sta su un palco. Il pezzo non è straordinario ma prende, con quel beat. Voto 7.  
Silvestri. Rivederlo è un piacere perché si vede innanzitutto un uomo, qualcuno che è maturato in generale, non nella ricerca di un nuovo look o di un nuovo sound. Il pezzo è proprio giusto, originale, ben incarnato, netto. Il contenuto è molto importante, cosa vogliamo di più? L’accoppiata con Rancore perfetta. 8,5. 
Ex Otago. Alzandomi dal divano un attimo ho pensato che fosse arrivato Jovanotti a cantare, poi ho capito che è colpa della “s”. Per carità, lui è anche carino, e quindi? Voto 5/6. 
Marco Mengoni. Cresciutissimo, e con accanto Baglioni è anche più facile. Insomma, mi è molto piaciuto, se posasse lo sguardo da qualche parte, almeno per un momento, anche meglio. Voto 8. 
Ghemon. Un artista che si fatica a comprendere, che ha una sua originalità. Comunque domani me ne sarò dimenticata. Voto 6. 
Loredana Berté. È una sicurezza, e non ce n’è. È potente, anche nell’anima, e ti inchioda lì. Il pezzo funziona, ti martella per bene, mentre lei fa Vasco. Se poi qualcuno la aiutasse nel ricordarle che le sue gambe sono bellissime, lo sono sempre state, ma che con un altro look forse riuscirebbe a fare due passi su quel palco e sarebbe perfetta, grazie. Voto 7,5. 
Paola Turci. Il pezzo non è male, ma passa in secondo piano perché spinge troppo sull’imporsi fisicamente con i suoi look. Si sente una donna a metà fra la Nannini e Carmen Consoli e ci si ritrova spiazzati. Insomma, non capisco chi è lei. Voto 6. 
Negrita. Non so a voi, ma a me i movimenti del  frontman sul palco fanno passare la voglia di ascoltarlo. E lo trovo al limite del guardabile. Voto 5. 
Federico Carta e Shade. Sono bravini, e la loro canzone è carina. Forse in radio funzionerà anche. Voto 6. 
Pio e Amedeo. Non sono cantanti, ma li voto perché sono di una bravura straordinaria. Naturalissimi, intelligenti, perfettamente autoironici (col nostro paese) e disarmanti nelle verità che sbeffeggiato. Voto 8,5.

Alice Balsom, la trombettista più bella del mondo

08 martedì Dic 2015

Posted by cristianaallievi in Musica

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Alice Balsom, Classic BRIT Awards, Cristiana Allievi, Dizzy Gillespie, Edward Gardner, Grazia, Haydn, Musica

Il tipo di viso e il biondo miele della chioma farebbero pensare a una svedese. Ma sono nel salotto di casa dell’inglesissima Alison Balsom, luminosa e stracolma di libri alle pareti. Lei, che viene da Cambridge, mi racconta di appartenere a una famiglia inglese da centinaia di anni. Fin qui tutto normale. Ma il resto è mitico, se si pensa che la Balsom è la trombettista più famosa del mondo, per almeno tre motivi. Primo, suona uno strumento poco familiare tra le donne. Secondo, è stupenda, e terzo, è molto molto brava (e fino a pochissimo tempo fa era in coppia con Edward Gardner, il quotatissimo giovane direttore d’orchestra inglese con la faccia da eterno ragazzino: la cosa non guastava affatto). Alison ha una predilezione per Haydn, a sette anni aveva già “la fortuna di suonare”, e la sua è una carriera straordinaria, che dal Conservatorio di Parigi l’ha piazzata subito nell’olimpo dei migliori trombettisti del mondo. Il 12 maggio prossimo, c’è da scommetterci, sarà incoronata artista dell’anno ai Classic BRIT Awards 2011, alla Royal Albert Hall di Londra, e sarebbe la seconda volta che succede. L’abito che indosserà? È di uno stilista italiano, e non è un caso…

Alison Balsom

 

Partiamo dallo strumento che suona, scelta inusuale per una donna. «È stato amore a prima vista, mi sono innamorata del suono della tromba a sette anni, e anche del suo silenzio. Mi è sembrato da subito uno strumento molto naturale da suonare».

 Ma come lo ha scoperto? «Mia madre aveva in casa una videocassetta di , una folgorazione. Ma ci sono altri fattori credo, per esempio il fatto che alle scuole elementari sia stata fortunatissima, suonavo già suonare vari strumenti, tra cui la tromba».

 Il 12 maggio molto probabilmente riceverà un premio come miglior artista classica dell’anno, sarebbe la seconda volta. «Sarebbe come se fosse la prima, però! E poi questa volta c’è un ingrediente speciale: suonerò in diretta sul canale più popolare del Regno Unito, Itv. Credo che anche gli spettatori meno attenti potranno capire molte cose sul mio strumento, quella sera, e l’idea mi rende felice».

 Guardando le cover dei suoi cd si capisce molto bene una cosa: il suo amore per la moda. Come lo coniuga  al “severo” look dei musicisti classici? «Sono entrambe mie passioni, la moda e la musica classica. Per quanto riguarda la musica, io non suono tutto ma solo quello che amo, e cerco di dare il meglio, di stare sempre a un livello altissimo. Dall’altra parte c’è il mio lato glamour, l’amore per i vestiti, e non mischio le sue cose, in genere. Ma quando si tratta di una cover è difficile separare…».

 Ho visto delle sue foto alla sfilata di Armani di qualche mese fa, e so che lui era a un suo concerto: come vi siete incontrati?«Avevo un concetto a Milano, durante la settimana della moda, la stampa da voi ne ha parlato molto. Credo che il suo staff abbia scoperto che ero in città, e mi hanno invitata a scegliere un abito».

 Quindi? «Ci siamo incontrati pochi minuti prima della sfilata, c’era tensione! Le modelle erano agli ultimi ritocchi, Armani mi ha detto “vai ad accomodarti, stiamo per iniziare…”. Ero in prima fila, e mi sentivo molto a disagio…».

 Per le star che aveva intorno? «No, perché avevo un abito cortissimo (ride, ndr)! La prima fila è molto in mostra, per fortuna ero seduta accanto a un bellissimo attore inglese, Luke Evans (uno dei protagonisti di Tamara Drewe, di Stephen Frears, ndr), ci siamo molto divertiti e dopo la sfilata sono andata dritta al mio concerto. Credo che Armani sarà presente anche alla serata dei Brit’s Awards a Londra».

 Ho visto una foto, in rete, in cui indossava skinny jeans e pullover, in total black: il look da rockstar è uno strappo alla regola, in una concert hall… «Sicuramente si trattava delle prove (ride divertita, ndr). Ma mi fa piacere l’idea, portare un po’ di rock nel mondo classico, credo sia necessario. Se non suoni bene è meglio che lasci perdere, ma se suoni bene, perché non aggiungere bollicine frizzanti?».

 A proposito di frizzante, come si allena per suonare uno strumento così fisico? «Direi che il mio lavoro è più simile a quello di una danzatrice che a quello di una sportiva. Ha molto a che fare con il comprendere il respiro, è quello l’elemento che fa andare tutto al posto giusto. Poi si tratta di fare molte scale…».

 A quali scale si riferisce? «A quelle musicali! Ma faccio anche yoga, una volta nuotavo e correvo, mi faceva molto bene farlo il giorno del concerto. Ma ora ho un figlio, che oggi ha un anno, e visto che lavoro da quando aveva 10 giorni, le cose sono un po’ cambiate! Quello che mi tiene in forma è lavorare moltissimo, viaggiare e suonare tre soli a sera, non è uno scherzo, mi creda».

 Quanti concerti fa, all’anno? «Un centinaio, e se aggiunge i viaggi, le prove e le incisioni di dischi, ho molto poco tempo libero».

Pochi giorni fa sui tabloid inglesi si è parlato della sua separazione dal direttore d’orchestra Edward Gardner. Facevate una coppia bellissima e super glamour… «Ci siamo separati a Capodanno, ma la notizia è uscita adesso. Oggi sono una madre lavoratrice single e sono serena. Mi piace suonare, sento di poter continuare a farlo bene. Non ho nuovo compagno, ma al momento mi sento proprio bene così come sono…».

 

Allison balsom concerto

Articolo pubblicato su Grazia del 2011

© Riproduzione riservata

 

 

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