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Cristiana Allievi

~ Interviste illuminanti

Cristiana Allievi

Archivi tag: Il sole 24 Ore

Mathieu Amalric che immagina le vite degli altri

08 martedì Feb 2022

Posted by cristianaallievi in Attulità, cinema, Cultura, Festival di Cannes, Miti

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famiglia, Il sole 24 Ore, interviste illuminanti, lutto, Mathieu Amalric, perdita, Stingimi forte, Vicky Krieps

Il suo film “Je reviens de loin” ha per protagonista Vicky Krieps

di Cristiana Allievi

L’attore Mathieu Amalric sul set del suo sesto film da regista, Stringimi forte, con la protagonista Vicky Krieps.

«Nanni Moretti ha apprezzato molto il mio film e mi ha chiesto di presentarlo al Cinema Nuovo Sacher, il 4 Febbraio». Famoso come compagno di James Bond in “Quantum of Solace”, e come l’uomo dalla sindrome locked-in nel capolavoro di Julian Schnabel, “Lo scafandro e la farfalla”, in realtà Mathieu Amalric considera la recitazione un secondo impiego. Il primo è essere un regista, e ce lo ha fatto  capire con la pellicola che lo ha reso famoso, “Tournée”. Ed è già la sesta volta che si mette dietro una macchina da presa, con quel “Stringimi forte”, presentato allo scorso Festival di Cannes, un’esplorazione delle radici del lutto. Tratto da una piece teatrale di Claudine Galea, “Je reviens de loin”, la trama ambigua (ma solo fino al quarantesimo minuto) ha per protagonista un’ottima Vicky Krieps che ci fa viaggiare a ritroso nei meandri di un’anima ferita a causa di uno strappo lacerante.  «L’ho incontrata a Parigi, non avevo ancora scritto il film», racconta il regista francese. «Era il 2019, l’avevo vista solo tre mesi prima in “Il filo nascosto”. Proprio le prime scene del film di Paul Thomas Anderson l’hanno impressa nella mia mente. Fa la cameriera, e a me capita spesso di immaginare le vite che ci sono dietro le facce delle persone che incontro, soprattutto nei ristoranti e nei caffè».

 “Stringimi forte” si ispira a un testo teatrale. «Claudine lo ha scritto 15 anni fa, ma non è mai stato rappresentato.  È immaginato per il palcoscenico, ma molte frasi sono dialoghi interiori, e anche il tempo e lo spazio sono incerti. La storia  è nata da un sogno, dalla visione della mano di una donna su una porta, non era chiaro se fosse viva o morta».

La musica  è un “mezzo” importante, nel film. «Da bambino ho studiato pianoforte, ho smesso a 17 anni quando me ne sono andato da Mosca lasciando la casa dei miei. Ho scritto la colonna sonora del film ricordandomi quello che avevo studiato allora, la Sonata n. 1 di Beethoven, Gradus ad Parnassum di Debussy… Ho continuato la vita di pianista che non avevo vissuto allora, perché sono pigro».

Vive da sette anni con la direttrice d’orchestra e soprano Barbara Hannigan. «Mi ha fatto scoprire Ligeti, con cui ha lavorato personalmente. Nel film c’è quella nota “la” ripetuta che troviamo in “Ricercata 1”. Poi è arrivato Rameau suonato da Marcelle Meyer, una delle prime pianiste a suonare su un vero pianoforte, negli anni Trenta».

Dove vivete, lei e la Hannigan? «In Bretagna, dove ho scritto il film, fra vento, mare, sole e pioggia. Leggendo la storia ho pianto molto, poi sono partito  dalla lista degli oggetti menzionati nella piece teatrale, l’accendino, la macchina, il cavallo… Chiudevo gli occhi per mettere la storia in ordine e per immaginare cosa mostrare sullo schermo e cosa affidare sole alle parole».

Conosce da vicino quel dolore che fa diventare matti? «Come tutti noi. Quando finisce un amore diventiamo pazzi, è come se esplodesse una bomba, tutto diventa frammentato… Immaginiamo cose che non esistono, sentiamo perfino l’odore del corpo dell’altro, che non c’è. E devi trovare un modo per mettere un piede davanti all’altro. Chiamiamolo spiritismo, o spiritualità: tutti dobbiamo  credere in qualcosa, per andare avanti».

Intervista pubblicata su Il sole 24 Ore

©Riproduzione riservata

Paolo Fresu, la passione indomita del raccontarsi e di scoprire talenti

21 giovedì Ott 2021

Posted by cristianaallievi in arte, giornalismo, Musica, Personaggi

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Il sole 24 Ore, interviste illuminanti, JazzMi, Paolo Fresu, Tango Macondo, Tuk music

di Cristiana Allievi

Il trombettista e flicornista Paolo Fresu ha tre appuntamenti nella rassegna JazzMi, fra il 23 e il 24 ottobre (foto di Fabiana Laurenzi).

Una mostra con sessanta copertine realizzate da illustratori da tutto il mondo. Un film che racconta l’articolata filiera della produzione musicale indipendente. Un concerto che accosta note e prospettive dei nomi più interessanti del panorama musicale nazionale del momento.

Così la rassegna JazzMi rende omaggio a Paolo Fresu e ai 10 anni della sua Tuk Music. Che non è solo una casa discografica ma un marchio di qualità del jazz italiano e internazionale e visione artistica declinata in diversi settori.

(continua…)

Intervista pubblicata su Il Sole 24 Ore

Riproduzione riservata ©

Francois Ozon: «Negli anni ’80 eravamo più innocenti»

04 venerdì Giu 2021

Posted by cristianaallievi in arte, cinema, Cultura, giornalismo, Letteratura, Musica, Personaggi

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Aidan Chambers, Anni Ottanta, Cannes 2021, Estate 85, Everything went fine, Francois Ozon, Il sole 24 Ore, Il tempo delle mele, interviste illuminanti

Il regista in sala con “Estate 85” al prossimo festival di Cannes sarà in Concorso con “Everything went fine”

di Cristiana Allievi

Benjamin Voisin, Félix Lefebvre Estate ’85 (©2020_M…PE PICTURES)

Al prossimo festival di Cannes sarà in Concorso con “Everything went fine”, dal lui scritto e diretto e basato sull’omonimo romanzo di Emmanuèle Bernheim. Mentre aspettiamo di vedere quel racconto di una figlia che si ritrova davanti alla richiesta del padre di aiutarlo a porre fine alla propria vita, oggi esce nelle sale un’altra opera scritta e diretta dal cineasta francese Francois Ozon, “Estate 85”. Quello che avrebbe voluto fosse il suo primo film, e che invece è diventato il diciannovesimo.

Da sempre attento alla sessualità, a 17 anni Ozon si è invaghito del romanzo “Danza sulla mia tomba”, di Aidan Chambers, storia (per molti versi autobiografica) fra due adolescenti dello stesso sesso. Una storia che finisce male, e si capisce dalla prime scene. Siamo negli anni Ottanta in Normandia e Alexis (Félix Lefebvre) fa un giro su una barchetta a vela. Ma scuffia, e viene raccolto in acqua da David (Benjamin Voisin), che lo riporta a terra e non lo lascia più andare. La distanza sociale fra i due è chiara, eppure insieme stanno bene, tanto che Alexis rinuncia alle aspirazioni da scrittore e sceglie di lavorare per l’amico e la di lui madre (Valeria Bruni Tedeschi).

Scoppia una passione incontenibile, finché arriva Kate (Philippine Velge) a sparigliare le carte. La scrittura avrà la funzione di far uscire uno dei due ragazzi da un grosso trauma. Il film è nelle sale da oggi distribuito da Academy two, ed è marcato Cannes 2020.

A raccontare questa immersione nell’amore e negli anni Ottanta è il regista stesso.

(continua…)

L’intervista a Francois Ozon per Il Sole 24 Ore

© Riproduzione riservata

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