Tag
Bebe Cave, Cristiana Allievi, Festival di Cannes, Harry Potter, Helen Mirren, Il racconto dei racconti, Jessie Cave, Matteo Garrone, Salma Hayek, The audience
Prima l’ha sospesa sull’orlo di un precipizio perché fosse terrorizzata. Poi le ha riempito la stanza di palloncini per festeggiare i suoi 17 anni. Bebe Cave racconta il suo incontro con il regista Matteo Garrone che l’ha scelta come protagonista di uno dei tre episodi di cui è composto Il racconto dei racconti, in concorso all’ultimo festival di Cannes. E adesso, grazie al personaggio di Viola, si ritrova tra le grandi del cinema.
Ha un padre che, per errore, la condanna a diventare sposa di un orco. Ma lei, la principessa, farà di tutto per sfuggire a questo destino. La figlia del re ha il volto dell’inglese Bebe Cave (pronuncia “Bibi”). È la protagonista di La pulce, l’episodio più bello di Il racconto dei racconti, ottavo lungometraggio del regista di Gomorra, in corsa per la Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes e ancora nelle sale. A teatro è già stata principessa accanto alla regina Helen Mirren, in The Audience. E dopo varie serie tv, ha girato Grandi speranze con Ralph Fiennes ed Helena Bonham Charter. Massa di capelli biondi, frizzante come una bottiglia di champagne, a soli 17 anni è stata sul red carpet della Croisette. Riesco a parlarle dopo le 16, orario inglese, quando terminano le lezioni del suo ultimo anno di liceo.

Bebe Cave, attrice britannica, 17 anni, è la protagonista di uno dei tre episodi di Il racconto dei racconti di Matteo Garrone.
Come ti ha trovata Matteo Garrone? «Stava cercando una giovane inglese, ha visto un’intervista che ho fatto insieme a mia sorella Jessie per Grandi speranze, credo l’unica presente in rete!».
Jessie aveva già recitato in due film della saga di Harry Potter, nei panni di Lavanda… «Infatti originariamente Matteo voleva lei, ma quando ha visto che ha 10 anni più di me, ha cambiato idea, una fortuna sfacciata!».
Raccontaci l’incontro con il regista di Gomorra. «Ero abituata alle audizioni formali, che prevedono almeno due step prima dell’incontro con un regista. Così, quando Matteo è arrivato a Londra di persona, e ha iniziato a mostrami le foto di dove avremmo girato, ero spiazzata. Mi ha parlato per dieci minuti a fila, e quando mi ha chiesto se avevo qualche domanda da fargli ho risposto: “Quante altre ragazze sta incontrando per il ruolo?”. Non avevo capito che mi aveva già scelta, stavo per scoppiare a piangere».
Com’è Garrone sul set? «Attori che avevano già lavorato con lui mi avevano avvisata, non avrei mai più visto niente del genere in vita mia. Matteo ha un modo molto personale di approcciare un film, al secondo giorno di riprese mi ha detto “gireremo la scena in cui sei arrabbiatissima con tuo padre in cima al castello…”. Sono finita attaccata a una catena di ferro, davanti avevo il vuoto e voleva mi avvicinassi sempre di più al precipizio… Ero terrorizzata, sarei potuta cadere giù. Matteo soffre di vertigini, faticava a guardare quello che facevo: ma cercava l’elettricità, voleva che morissi di paura!».
Cosa ti ha insegnato, di fondamentale? «Il suo voler rendere le cose più reali possibili, lo pretende anche dentro una favola! Ma è comprensibile, anche in questo caso si tratta di emozioni umane, e voleva che restituissi a tutti i teenagers quello che ha vissuto Viola. Si è fidato di me, delle parole che secondo me una persona come lei avrebbe detto».
Poco fa mi raccontavi di non volere che le riprese finissero… «Su quel set, tra Gioia del Colle e Bari, ho passato i due mesi più belli della mia vita. Ho anche compiuto 17 anni, e mi hanno fatto trovare la stanza piena di palloncini e di dolci, non lo dimenticherò mai».
Come sei diventata un’attrice? «Ho iniziato a 10 anni, con la tv, a 14 avevo già capito di non voler fare altro. Con Jessie abbiamo costretto mia madre, un medico, a trovarci un’agente per fare audizioni».
Anche tuo padre è un medico, ti ha sostenuta? «Per papà è uno shock, non si è ancora abitato all’idea, spera che prima o poi faccia il dottore anch’io, come mio fratello più grande. Siamo cinque fratelli, l’altro maschio è all’università e studia storia, farà il primo ministro. Il terzo è un attore, in famiglia siamo tre contro quattro…».
Con Jessie non c’è nessuna competizione? «Siamo le migliori amiche, forse perché ci separano 10 anni, ma in effetti su una cosa c’è competizione: i vestiti. Ne ha tonnellate, se gliene prendo uno dall’armadio non se ne accorge. Ma se glielo chiedo, guai: me lo nega, è un po’ possessiva!».
Quali attrici hai come modello? «Mia sorella su tutte, e poi Jennifer Lawrence. Ha iniziato da giovanissima e ha affrontato un sacco di problemi, senza mollare. Recita in modo realistico e non ha paura di essere buffa, in un mondo come Hollywood, così ossessionato dall’immagine».
Tempo per l’amore ne hai? «Sono la più giovane, i miei fratelli non mi permetteranno mai di avere un fidanzato! Se mai ne portassi a casa uno, lo butterebbero fuori dalla porta o dalla finestra! Mi vedono ancora come la little sister, ma a 18 anni sarò adulta, si dovranno accorgere che sto crescendo…».
articolo pubblicato su Grazia del 20/5/2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA