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Cristiana Allievi, interviste illuminanti, Palma D'Oro, Panorama, Ruben Ostlund, satira, The square, Triangle of sadness, umanità, Woody Harrelson
MAMMA COMUNISTA CONVINTA, FRATELLO CONSERVATORE DI DESTRA. LUI AFFASCINATO DA KARL MARX E OSSERVATORE DELLA REALTA’ ATTRAVERSO LA LENTE DI UNA SATIRA GRAFFIANTE. IL REGISTA SCANDINAVO RIVELA ANEDDOTI E RETROSCENA DEL SUO NUOVO TRIANGLE OF SADNESS (AL CINEMA) VINCITORE DELLA PALMA D’ORO A CANNES
di Cristiana Allievi

È uno dei registi scandinavi più celebrati e premiati. In abito grigio, pochi minuti dopo che iniziamo a parlare sgranocchia pistacchi e non smetterà di scavare la coppa che c’è sul tavolo fino alla fine dell’intervista. 48 anni, due figlie avute da un matrimonio precedente e un figlio nato dal legame con la nuova moglie, la fotografa di moda Sina Görcz, Ostlund è noto per film provocatori che raccontano aspetti spiacevoli della natura umana. I due più recenti, The square e The triangle of sadness, hanno vinto la Palma d’Oro, rispettivamente nel 2017 e lo scorso maggio. Da quando gli sono arrivati i riconoscimenti più significativi del cinema, racconta a Panorama, ha ricevuto anche molte offerte, non ultime quelle dalle società di streaming. Finora le ha rifiutate perché non vuole rinunciare alla libertà di autodefinirsi che ha oggi con la sua società di produzione, la Plattform. Dopo essere stato accolto con ovazioni dalla stampa a stelle e strisce, The tringle of sadness è tra i film più visti. Intanto per il regista di Goteborg si parla di Oscar, addirittura in più categorie considerato che è di nuovo autore della sceneggiatura e che questo è il suo primo film in lingua inglese. Il punto di partenza, come sempre, è l’osservazione dei comportamenti comuni. I protagonisti, Carl and Yaya (interpretata dalla modella sudafricana morta all’improvviso lo scorso agosto a 32 anni, per una presunta infezione virale ai polmoni, ndr), modello e influencer, sono invitati per una crociera a bordo di un superyacht di ricconi al cui comando c’è un infervorato capitano marxista (Woody Harrelson). Sarà un’avventura dall’esito catrastrofico, con i sopravvissuti abbandonati su un’isola deserta e comandati a bacchetta da quella che prima del naufragio era la donna delle pulizie.
A cosa fa riferimento il triangolo del titolo? «È la zona fra le sopracciglia che è spesso corrucciata e crea rughe che il chirurgo estetico, usando il Botox, spiana in 15 minuti. La società contemporanea è ossessionata dall’immagine, molto meno dal benessere interiore».
Questo film è più duro del precedente. «Mentre terminavo le riprese ho pensato al personaggio di Christian di The Square e a quello di Thomas in Force Majeure. Sembra una trilogia sull’essere uomini, in cui tutti i personaggi cercano di cavarsela con l’idea di chi si suppone dovrebbero essere e ciò che ci si aspetta da loro. E io li metto in trappola per vedere come si comportano».
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(continua..)
Intervista integrale pubblicata su Panorama n. 47 del 16 Novembre 2022
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