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La versione live action del «cartone che ha rotto le barriere come il primo film del genere nominato agli Oscar» arriva in sala perfettamente sintonizzata col 2017, carica di un’emotività finalmente a tutto spettro ma quanto putiferio per una cosa normale

La bella e la bestia diretta di Bill Condon, versione live action del cartone del 1991 della Disney, che fu il primo film animato a ricevere una candidatura all’Oscar come Miglior lungometraggio – vincendone poi due, per la colonna sonora e la canzone originale-, e il primo film animato a superare 100 milioni di dollari di incasso al botteghino, è arrivato con ben 800 copie nelle sale di tutta Italia ma, guardando le coreografie del musical in cui le teiere danzano e i piumini spolverano, nessuno avrebbe immaginato di assistere al primo film della Disney che avrebbe sollevato un caso “morale”.La Bella e la Bestia

Un caso iniziato due settimane fa, alla prima londinese, coi click sul trailer schizzati alle stelle (128 milioni di visualizzazioni nelle prime 24 ore), dopo una dichiarazione del regista che, parlando con il magazine inglese Attitude, ha definito una scena finale del film “un momento bello ed esclusivamente gay”. Di cosa si trattava esattamente? Durante una baruffa tra Gaston e gli abitanti del castello in cui sta rinchiusa la Bestia, Miss guardaroba va contro tre ceffi di Gaston e li “traveste” da donna.La Bella e la Bestia

Uno di loro si guarda compiaciuto allo specchio. Poi, nella scena finale del grande ballo, danza con l’inseparabile amico di Gaston, LeFou. Unendo questi ‘ammiccamenti’ e la confusione che ha in testa LeFou al fatto che Bill Condon è apertamente gay, e che Luke Evans – che interpreta magistralmente Gaston – ha fatto coming out, qualcuno ha deciso che la nuova versione di La bella e la bestia farebbe “propaganda gay”.La Bella e la Bestia

 

Il primo gran rifiuto è arrivato dall’Alabama, dove un dive-in ha dichiarato che non avrebbe proiettato il film “per non compromettere quello che insegna la Bibbia”. Non si sa nemmeno se la Disney glielo aveva proposto o meno, ma fa niente. In Russia, paese in cui l’omoessualità è stata ufficialmente rimossa dalla lista dei disordini psichiatrici nel 1999, un deputato ha chiesto al ministro della cultura di vietare la visione del film agli spettatori sotto i 16 anni (ma la prima reazione era stata quella di vietare del tutto la proiezione nel paese). Ultimo caso, il più eclatante, la Malesia, in cui i censori hanno chiesto di tagliare la scena, ottenendo un secco no dalla Disney.

Bill Condon, regista e sceneggiatore premio Oscar, non ha dubbi quando gli si chiede se avrebbe mai pensato che LeFou poteva innamorarsi di Gaston. «Mai, devo ammetterlo. La nostra idea è che il personaggio in qualche modo sta cercando se stesso: un giorno vuole essere Gaston, il giorno dopo vuole baciarlo. È confuso su quello che vuole. Ma in senso più ampio, credo che sia importante celebrare l’amore in tutte le forme possibili. Siamo nel 2017, dobbiamo parlare al mondo in cui viviamo e sono molto contento che la Disney abbia supportato quest’idea. Quando abbiamo mostrato il film a un pubblico per testarlo ha risposto molto bene».

L’attore inglese Luke Evans, un superbo Gaston, aggiunge il resto. «Questo cartone animato ha rotto molte barriere, è stato il primo film del genere nominato agli Oscar, una cosa da non credere. Cosa penso del rapporto tra Gaston e LeFou? Non so se si tratti d’amore, non sono nemmeno sicuro che LeFou sappia cos’è», continua. «Direi che la sua è una “lieve infatuazione”, sta cercando la sua strada e vedere un uomo forte, che tutti nel villaggio amano, e a cui lui è vicinissimo, glielo fa vedere sotto un’altra luce. Nel ventunesimo secolo ci sta mostrare una persona lievemente diversa dalle altre, anche in un piccolo villaggio».

E considerato che i villani vogliono far fuori la Bestia, che è un altro “diverso”, ci sono altre sfumature che dovrebbero far riflettere. «L’aspetto della xenofobia non è stato pianificato», conclude Condon. «È grave, esisteva prima di Donald Trump e in molti altri paesi. Quello che amo di questo film è che le danze di tazzine e piumini riescono ad annullare tutto l’orrore del mondo».

La Bella e la Bestia

Articolo pubblicato su GQ.it

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