Tag

, , , ,

Dai vampiri, ormai lontani anni luce, a incubi alla Cronenberg e onde alla Malick (ma senza maniera). Il primo corto da regista dell’ex ragazza di Twilight  fa capire di che pasta è fatta

Uno spaventoso e magmatico muro d’acqua si muove in slow motion. Poi l’onda s’infrange e un uomo sott’acqua si lascia andare alla sua forza, finendo col galleggiare sospeso in superficie. L’atmosfera di Come Swim, esordio alla regia di Kristen Stewart presentato al Festival di Cannes dopo essere passato dal Sundance, fa capire che non si scherza.

Col procedere delle immagini del cortometraggio si capisce che la realizzatrice sta raccontando un incubo, in cui il protagonista è prima sopraffatto dal mare, poi tremendamente assetato, nonostante continui a bere. Una voce fuori campo lo martella, anche con frasi di una ex fidanzata, che non riesce a uscirgli dalla testa. Il lavoro fa venire in mente un certo Cronenberg nelle scelte cromatiche ed estetiche, ma anche Malick nelle immagini delle ondepersino le opere di Anselm Kiefer, con quelle macerie a circondare il letto del protagonista, Josh Kaye.

Prima della proiezione a Cannes la Stewart era emozionata e non ha detto molto. Ma qualcosa aveva spiegato in un’altra circostanza, parole che rendono molto chiaro questo lavoro.

«C’è stata un’immagine che non mi ha abbandonato per molto tempo», ha raccontato. «Era un uomo che dormiva sul fondo dell’oceano, isolato e lontano da tutto. In realtà è un’immagine tremenda, ma evidentemente mi piaceva e ho cercato di capire come potevo esteriorizzare questo feeling. A volte il dolore prende strane forme, e ci sentiamo come se stessimo morendo e nessuno fosse mai stato male come noi… Poi ti guardi da fuori, e ti rendi conto di essere patetico, perché ce la farai, come ce l’hanno fatta tutti. Ecco, di questo si tratta».

L’attrice americana non specifica a chi si riferisce questaelaborazione di un lutto, ma se i conti tornano – ha anche dichiarato di aver scritto i dialoghi quattro anni fa – non è pensare alla rottura con l’ex partner di vita e di lavoro Robert Pattinson.

Ieri sera qui a Cannes ha sbaragliato tutti, sicura nel suo look grunge oro di Chanel e con la testa rasata. Ma ancora più raggiante di lei era il delegato generale del festival Thierry Fremaux, arrivato sul palco in smoking per presentare il corto della sua pupilla. Il festival di Cannes ormai l’ha adottata, presentarla nella veste di debuttante a un compleanno importante come questo 70° testimonia che Kristen è una specie di genio mediatico.
È proprio sulla Croisette che la si è vista crescere. Non era ancora terminato il ciclone Twilight che era già qui come personaggio di Jack Kerouac in On the road, nel 2012. Poi ha convinto davvero nei panni dell’assistente occhialuta della Binoche in Sils Maria, del 2014. Ma l’anno scorso, quando si è presentata con due film e due registri interpretativi parecchio diversi tra loro (quello di Cafè Society di Woody Allen e diPersonal Shopper di Assayas), sembrava aver raggiunto l’apice. Anche il look era radicalmente cambiato (un caschetto platino con la ricrescita nera). Non fossero bastati tutti questi argomenti, a far scorrere fiumi di inchiostro si era aggiunta anche una scelta (molto ponderata) dell’attrice americana: mettere da parte ogni incertezza sentimentale e dichiarare finalmente il proprio amore per la sua assistente, Alicia Cargile.

Con Kristen non ci si annoia mai, e con un’altra fidanzata all’attivo, la strepitosa modella Stella Maxwell, ieri sera ha fatto di nuovo centro reinventandosi nei panni della regista. Inutile dire che la proiezione di Come Swim è stata un evento annunciato. E, a proposito di tormenti e lutti, la colonna sonora del corto luttuoso è di St Vincent, una sua ex.

La rivedremo presto nei panni di attrice: in Underwater, su una catastorfe naturale, cui seguirà JT Leroy, sulla storia del “misterioso” scrittore di cui si sono innamorate varie celebrity, e quindi Lizzie, un thriller basato su un omicidio realmente accaduto nel 1892.

Articolo pubblicato su GQItalia.it

© Riproduzione riservata