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Il regista texano torna lì dove ha lanciato il suo The Grand Budapest Hotel e, al solito, incanta tutti. Con una storia semplice ma visionaria e piena di magia (vera) del cinema

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Dal film L’isola dei cani di Wes Anderson, che ha aperto la 68esima Berlinale (© 2018 Twentieth Century Fox)

«Volevamo raccontare una storia di cani. Si trattava di partire da loro, e di vedere dove ci avrebbero portati. Quando racconto certe storie non ho subito tutto chiaro in mente: parto da un’idea che cresce strada facendo». Con queste parole il visionario regista texano Wes Anderson ha aperto stamattina la sessantottesima Berlinale.
In una sala stampa gremitissima, con il cast che si è messo addirittura a cantare, ha presentato il suo film animato L’isola dei cani, a quattro anni di distanza da The grand Budapest Hotel che aveva dato il via all’edizione del 2014. E fa di nuovo centro, con la brillante fantasia che lo caratterizza e uno stuolo di superstar che hanno prestato la propria voce.

Siamo in un arcipelago in Giappone, fra 20 anni. A causa di una “saturazione canina”, e di un tipo di influenza che rischia di oltrepassare la soglia della specie e colpire anche gli umani, il sindaco della città di Magasaki emette un decreto esecutivo: tutti i cani devono essere esiliati su un’isola di immondizia. È così che Trash Island diventa una colonia di esilio di animali sia randagi sia addomesticati. Ognuno arriva chiuso nella propria gabbia, e viene abbandonato a un destino di solitudine, mancanza di cibo e di cure. Finché un ragazzino di 12 anni, Atari Kobayashi, decide di disubbidire al sindaco e vola con il suo Junior-Turbo Prop sull’isola per andare a cercare il suo animale. Con cinque amici speciali a quattro zampe (Chief, Rex, King, Duke, Boss, tutti nomi che servono a ricordare quanto agli animali manchino la casa e la famiglia di umani da cui provengono) scoprirà una cospirazione per sterminare per sempre tutti i cani della città. Ma il team porterà a termine una missione che cambierà il destino di tutti.

Il nono film di Anderson, e il secondo dopo Fantastic Mr. Fox a essere stato creato con la tecnica stop-motion, racconta la fantasiosa storia di un’isteria nei confronti dei cani, con una grande dose di ironia, dettagli e umorismo. «In origine erano due idee che poi sono diventate una. C’erano i cani, anche quelli Alfa, l’immondizia e i bambini. Poi è arrivata la location, e ha catalizzato la storia», racconta il regista sei volte candidato agli Oscar, che ha scritto questa versione fantasy del Giappone con gli storici collaboratori Roman Coppola, Jason Schwartzman e Kunichi Nomura. «Volevamo rendere omaggio al cinema giapponese di Akira Kurosawa e Hayao Miyazaki». Del primo regista sono film come L’angelo ubriacoCane randagioAnatomia di un rapimento e I cattivi dormono in pace ad averlo ispirato, con quelle storie che ruotano intorno a temi come criminalità e corruzione e in cui si trascende il male grazie a personaggi dalla grande umanità e onestà. La stessa umanità che ritroviamo nei cani, che hanno sentimenti forti e versano lacrime di empatia. «I dettagli e i silenzi sono importantissimi e hanno un ritmo tutto loro, e per questi mi sono rifatto invece a Miyazaki. Anche la scelta di Alexander Desplat di stare un passo indietro con la musica in certi momenti, viene da quel tipo di ispirazione». Il regista ha lavorato vecchio stile, usando miniature di cani fatti a mano. «C’è una certa parte dello stop motion che usa modellini, e se lavori così, abbracci il vecchio metodo combinandolo con i processi digitali. Abbiamo ripreso miniature, e si vede, ed è un modo di lavorare che mi piace perché mi ricorda la storia del cinema». Un’idea di fantasia che, in anni di lavoro, si è plasmata sui fatti che, nel frattempo, accadevano nel mondo. «Temi come il futuro, la spazzatura e le avventure dei bambini valgono in ogni luogo e ogni tempo».

Le voci degli animali e dei protagonisti umani appartengono a un pool di superstar, da Bryan Cranston a Edward Norton, passando per Bill Murray, Jeff Goldblum, Tilda Swinton, Greta Gerwig e Scarlett Johansson. «Sono persone che amo e con cui ho lavorato nel corso degli anni. Il bello è che una proposta di prestare le voci a un film animato non si può rifiutare, è un lavoro che puoi fare quando vuoi, anche a casa tua», conclude il regista.

Il film sarà distribuito in Italia dalla 20th Century Fox nel mese di maggio.

Articolo pubblicato su GQ.it 

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